Consiglio di Nablus. Fondazione dell’Ordine del Tempio. Ugo di Pagani eletto Maestro dagli altri cavalieri, ricevette dal re Baldovino II la sua residenza vicino al “Tempio di Salomone” come sede o quartier generale. “Ugo di Pagani” (Payens o Payns secondo gli storeografici francesi) comune dell'attuale provincia di Salerno in Italia, giunse in Terra Santa con un seguito di trenta cavalieri e più di cento tra scudieri e serventi. Questi nobili, venduti tutti i loro averi in Europa, abbracciarono la Croce per mettersi al servizio del Re di Gerusalemme, ove giunsero nel 1118, qui si unirono a nove cavalieri della Prima Crociata: Geoffroy de Saint Omer, Roral (o Eral), Godetroy Bisol, Payen de Montdidier, Archambau de Saint-Amand, André de Montbard (o Montbarry) zio di San Bernardo, Godefroy de St. Ademar, Godefron (o Godefroid).
Ugo di Pagani torna in Occidente. Fa menzione dei domini templari in Payns e Barbonne. Redazione dell’elogio funebre della nuova cavalleria “De laude novae militiae” di San Bernardo di Chiaravalle. Consiglio di Troyes. Approvazione e redazione della Regola del Tempio. Fondazione del Comando della Provincia di Troyes.
24 MAGGIO 1136: Muore Ugo di Pagani, primo Gran Maestro del Tempio.
Ugo condusse l'Ordine dei Templari quale Maestro per 16 anni fino alla propria morte, avvenuta nel 1136, ponendo i fondamenti di quella che sarebbe divenuta anche un'influente organizzazione militare e finanziaria. Gli succedette Robert de Craon.
Uno storico del Seicento, Marco Antonio Guarini, riporta in un suo scritto che Ugo di Pagani sarebbe stato sepolto nella chiesa di San Giacomo a Ferrara, ma ciò non ha ancora avuto riscontro.
Di recente, sono state riproposte ipotesi già formulate da alcuni eruditi del ‘600 che ritenevano il fondatore dell’Ordine dei Templari, Ugo dei Pagani, di origini italiane, precisamente di Nocera de’ Pagani, gli attuali comuni di Nocera Inferiore e Pagani in provincia di Salerno in Campania. Due sono le fonti principali sulle quali si basano tali ipotesi: la genealogia seicentesca della famiglia Pagano di F. Campanile Dell’armi, ovvero insegne dei nobili, e una lettera del ‘400.
Il Campanile individua l’Ugo di Pagani fondatore dell’ordine, in un Ugone appartenente alla famiglia bretone-normanna Pagana, che avrebbe dato nome a Nocera de’ Pagani in provincia di Salerno.
Da una lettera invece si evincerebbe il legame di parentela tra l’Ugo, che scrive dalla Terrasanta, e la famiglia Amarelli de’ Pagani dell’Italia meridionale, che aveva possedimenti sia a Nocera sia in Lucania (Moiraghi, L’italiano, pp. 71-109). La lettera sarebbe stata scritta da Ugo de Pagani nel 1103, 15 anni prima della data indicata tradizionalmente dagli storici come data di fondazione dei Templari. Nella lettera, Ugo scriveva a un suo zio, appartenente alla famiglia degli Amarelli, raccontandogli della morte del cugino Alessandro, membro dei Templari, avvenuta in uno scontro con alcuni predoni infedeli. Tuttavia, di questa presunta lettera originale resta oggi solo una copia quattrocentesca, accompagnata da un’autenticazione notarile fatta nel ‘600. Nessuna traccia dell’originale.
Nel 1147 si contavano circa 300 Cavalieri, ma presto divennero migliaia. L’Ordine si espanse rapidamente in tutta Europa e la loro ricchezza crebbe a ritmi vertiginosi. furono a un passo dall’ereditare il regno d’Aragona in Spagna.
Battaglia di Hattin. Tutti i Templari catturati furono giustiziati da Saladino, che si impadronì di Gerusalemme il 2 ottobre successivo. 1191 Cattura di San Giovanni d’Acri da parte dell’esercito della Terza Crociata.
Caduta la fortezza di San Giovanni d'Acri, i cavalieri abbandonarono definitivamente la Terra Santa e ripiegarono a Cipro e in Europa soprattutto in Italia, in Francia, in Spagna, in Inghilterra, in Irlanda e nella Scozia.
Nell’ambito del suo conflitto con il Papato fin dai tempi di Bonifacio VIII, il Re di Francia, alla ricerca dell’assolutismo, sognando di essere Papa nel suo regno, organizza una campagna diffamatoria contro i Cavalieri Templari, il cui Ordine, rimasto molto potente, dipende esclusivamente dal Sovrano Pontefice. Poi, con la complicità dell’Inquisizione, anche se Papa Clemente non fu informato, organizzò una gigantesca operazione di polizia che portò all’arresto di tutti i Cavalieri Templari del regno e alla confisca dei loro beni venerdì 13 ottobre 1307. Stupiti, imprigionati, brutalizzati, minacciati e persino realmente torturati, la grande maggioranza dei Cavalieri Templari interrogati a Parigi, compresi tutti i dignitari, hanno fatto le confessioni che gli inquisitori aspettavano. Sono accusati di costringere le nuove reclute a sputare sulla croce, di costringerle a dare baci “osceni”, di incitarle all’omosessualità e di adorare un idolo, il Bafometto. L’ondata di arresti si estende a tutti i regni d’Europa, ma è seguita solo da confessioni in cui viene applicata la tortura.
Con la bolla “Faciens misericordiam” dell'agosto 1308 il papa, dopo aver annullato tutte le precedenti inchieste condotte dall'Inquisizione di Francia contro l'Ordine dei Templari, arrestati a sua insaputa per ordine del re, avocò a sé la conduzione del processo contro i Cavalieri del Tempio. I suoi commissari apostolici avrebbero avviato procedimenti giudiziari in tutti i regni cristiani contro l'Ordine, mentre con inchieste diocesane, presiedute dai vescovi locali, sarebbero stati inquisiti i singoli Cavalieri.
Il Concilio di Vienna (1311-1312) avrebbe vagliato i risultati delle indagini dei commissari decidendo delle sorti dell'intero Ordine, mentre i concili provinciali, presieduti dai vescovi, avrebbero considerato i casi personali dei singoli Templari. Il papa si riservò inoltre la facoltà di giudicare il Gran Maestro e gli altri quattro Dignitari del Tempio. Il 22 marzo 1312 il papa, con la bolla “Vox in excelso” sospendeva l'Ordine "in virtù della sua autorità papale e per via di provvisione e non già in forza di una condanna". Dopo lo scandalo dei processi, spiegava la bolla, era impossibile, per l'Ordine, poter svolgere serenamente la sua missione. La bolla fu letta e approvata durante una sessione del concilio, il 3 aprile 1312. Con bolla successiva, “Ad providam” (Per la provvida), del 2 maggio dello stesso anno, tutti i beni dell'Ordine del tempio venivano trasferiti all'Ordine ospedaliero di san Giovanni. Il 6 maggio, poi, con ulteriore lettera “Ad certitudinem” (Per accertamento), specificava quali fossero i membri più ragguardevoli dell'Ordine che dovevano comparire davanti a lui. Gli altri detenuti dovevano presentarsi ai sinodi provinciali. Gli innocenti sarebbero stati assolti e assistiti con i beni dell'Ordine; i rei confessi dovevano essere trattati con mitezza e gli ostinati e recidivi consegnati al braccio secolare. La pervicace volontà del re gravò ancora pesantemente sui giudici deboli o ligi al suo volere. La persecuzione non risparmiò nessuno dei confratelli della cavalleria templare. Quando non furono trascinati sul rogo, essi languirono in carcere a vita.
Il giorno 18 marzo 1314 il 22° Gran Maestro del Tempio Jacques Bernard de Molay, Guy fratello del Delfino di Alvernia e Priore di Normandia, ritrattarono le confessioni estorte e furono condannati al rogo, Godefroy de Charniy e Hugues Péraud finirono la loro esistenza in carcere. Dall'Ordine tradito da parte di coloro che avrebbero dovuto difenderlo, dai roghi fumanti del Tempio si innalzarono le grida di dolore che proclamavano l'innocenza, e furono udite dal Trono della Giustizia Divina. Dopo circa un mese moriva il Papa Clemente V, era il 20 aprile 1314, sei mesi dopo moriva Guglielmo di Nogaret e otto mesi più tardi il giorno 29 novembre 1314 moriva il re Filippo il Bello, un anno dopo anche il Vescovo di Sens Philippe de Marigny, spietato accusatore di Jacques Bernard de Molay, veniva raggiunto dalla giustizia dell'Altissimo finendo i suoi giorni sulla forca. (Dall’opera “Storia dei Cavalieri Templari - dalle Crociate all'Ordo Templi Hierosolymitani - Equites Templares” – curata personalmente dal Gran Maestro fra’ Enzo Mattani Principe di Kerak).
Con l'inchiesta di Poitiers il papa, pur condannando fermamente le pratiche e gli usi deprecabili Invalsi nell'Ordine, venuti alla luce dalle deposizioni dei monaci, smontò, tuttavia, l'impianto accusatorio degli avvocati regi. Le pratiche idiolatriche, inneggiamenti e altri atti scandalosi, spine ai dorsi, (...) in virga virili, (...) in umbilico. avvenivano, per diretta ammissione degli imputati, a parole ma senza convincimento. Tanto bastò al papa per assolvere senz’altro i Templari dall' accusa di eresia; la sopravvivenza dell’Ordine alle vicende del processo si rivelava ormai impossibile.
Clemente V, dopo mesi di estenuanti battaglie politiche, comprese che per salvare la Chiesa da un eventuale scisma era necessario sacrificare i Templari. Essi, screditati e indeboliti dagli arresti in Malta, un atto dovuto da parte del Papa a seguito di quello scandalo, privati dell‘antico ideale cavalleresco a servizio della causa cristiana, conobbero un inesorabile declino, anche a causa della dispersione dei loro beni e della condanna a morte del gran maestro Jacques de Molay e degli alti dignitari dell’ Ordine.
Su questa intricata vicenda, che ha suscitato nel tempo infiniti miti e fantasie, i documenti pubblicati nel terzo volume degli “Exempla praetiosa”, richiamano l'attenzione degli appassionati alle scelte storiche, assai più affascinanti della leggenda, e in questo caso resa ancora più emozionante dai pregevoli manoscritti che riproducono i verbali dell'inchiesta Pontificia svoltasi in quei convulsi e tormentati giorni.
Curata personalmente dal Sovrano Gran Maestro fra Enzo Mattani principe di Kerak.
L'11 aprile 1705 nella Reggia di Versailles approvò i nuovi Statuti; fino a quel momento l'Ordine era stato retto dagli Statuti fondati sull'antica regola Templare del 1128. S.A.R. Filippo d'Orléans modificò la foggia dell'insegna che trasformò da Croce Patente con estremità rette. Il nastro fu definitivamente approvato di colore nero in memoria dei Cavalieri defunti. Così avvenne che dal 1705 al 1776. (…) l'Ordine del Tempio divenne una “proprietà della Famiglia Reale Francese” la quale, soffocando l'antica spiritualità, ne dispose a proprio piacimento e secondo i propri interessi. Nel 1789 aveva inizio la Rivoluzione Francese, il Gran Maestro presagendo possibili difficoltà nominò un Reggente nella persona del nobile Claude Mathieu Radix de Chevillon al quale affidò l'intero archivio, questi riuscì fortunosamente a fuggire mentre il Gran Maestro veniva arrestato e ghigliottinato dai Sanculotti, correva l'anno 1792. La Rivoluzione scatenò la sua rabbia devastatrice sull'Ordine ed essendo i suoi componenti in maggioranza appartenenti alla nobiltà vennero giustiziati senza pietà. In questo periodo cessò in Francia ogni attività dell'Ordine che rimase comunque attivo nella clandestinità (…)
(…) L’Ordine del Tempio ricevette ancora un grave colpo dalla rivoluzione del 1848 che ebbe luogo in Francia; il 28 luglio l’assemblea Costituente vietò qualsiasi attività di tutti gli Ordini e di tutte le Associazioni, arrivando a prevedere pene detentive tuttavia l’Ordine rimase attivo nei Priorati di Bordeaux, Lion, Dunkerque, oltre a quelli esistenti in Spagna, Italia, Inghilterra, Belgio ed in altre nazioni.
(…) All'inizio della Prima Guerra Mondiale l'imperatore Guglielmo II di Germania lasciò l'incarico e la dignità Gran Magistrale. Successivamente nel 1915 al fine di governare gli affari dell'Ordine, si costituì un “Segretariato Internazionale dei Templari” del quale fecero parte i rappresentanti di tutti i Gran Priorati del mondo. Nel 1920 in Belgio venne eletto un “Consiglio di Reggenza” che sostituì il Segretariato. Nel 1935 il Consiglio di Reggenza nominò col titolo di “Reggente” il Cavaliere di Gran Croce Théodoro Covias (1935-1938), con l'incarico di iniziare un mandato esplorativo allo scopo di individuare persone di alto rango degne della nomina a Gran Maestro. Il 12 ottobre 1945, alla fine della guerra, il Consiglio di Reggenza riunito in Capitolo Generale di Francia, presieduto dal conte Remy Guerardelle ufficializzò i vertici della Reggenza notificando gli atti alla Prefettura di Parigi. Nel 1956 il Consiglio di Reggenza riunito in Capitolo elesse S.A. il principe Gabriel Jnellas Paleologo "49° Gran Maestro". Questi detenne la qualità e la dignità Gran Magistrale fino al 1987, anno della sua morte. Nel 1987 con la morte del 49° Gran Maestro tutto si accentuò in negativo, l'arrivismo e la confusione si impossessarono della storia. Il Supremo Consiglio Magistrale cercò di arginare l'inevitabile rovina determinata delle varie pretensioni. I Templari Assolti e riammessi dal nuovo diritto canonico di San Giovanni Paolo Il (Papa Woitylia).
La Pergamena di Chinon è un documento medievale scoperto nel settembre 2001 da Barbara Frale, una paleografa italiana presso l'Archivio Segreto Vaticano, il quale dimostra che nel 1308 Papa Clemente V concesse l'assoluzione sacramentale al Gran Maestro Jacques de Molay nonché i restanti maggiorenti dei Cavalieri templari, trascinati in un processo organizzato dal re di Francia Filippo IV il Bello servendosi dell'inquisizione medievale.
Il Papa tolse loro ogni scomunica e censura riammettendoli nella comunione della Chiesa cattolica.
La pergamena è datata Chinon, 17-20 agosto 1308 e fu redatta su ordine di Berengario, cardinale prete di San Nereo ed Achille, Stefano, cardinale prete di San Ciriaco in Thermis, e Landolfo, cardinale diacono di Sant'Angelo in Pescheria; il Vaticano custodisce la copia originale e autentica degli atti di quella inchiesta, con segnatura archivistica Archivum Arcis Armarium D 217, mentre una seconda copia autenticata è conservata al numero D 218.[1] Un'altra versione dell'evento, pervenuta in copia e con un resoconto dei fatti in parte alterato, era stata pubblicata da Étienne Baluze nel 1693 e da Pierre Dupuy in 1751.
Nel mese di ottobre 2002 alcuni Cavalieri Templari, delusi e stanchi dell'incertezza si riunirono in Capitolo ed elessero un Reggente, l'11° della storia del Tempio, nella persona di S.A.R ed I. il principe Mario Paciotti di Montefabbri Amoroso d'Aragona, che cercò, tra alterne vicende, di porre un freno alla dilagante disgregazione.
In questo triste momento della storia del Tempio, denso di enormi difficoltà, si erse la figura di un Nobile Cavaliere, discendente di antichi Cavalieri Templari della sua famiglia che come da documenti storici, risulta che un antenato partecipò, in qualità di Cavaliere Templare, alla commemorazione del 494° anniversario del martirio di Jaques de Molay voluta dall’Imperatore dei francesi Napoleone Bonaparte che si tenne a Parigi nella chiesa di S.t Paul e S.t Louis , il suo nome è “Enzo Mattani di Kerak”, Principe Sovrano di Kerak, Conte Palatino, Cugino in Monarchia ed imparentato con i rami ultrogeniti della Casa Imperiale Frigia d'Amorio.
La storia della famiglia Mattani di Kerak assunse una particolare e rilevante importanza nell'azione di guida nella travagliata storia del Tempio allorquando all'inizio del terzo millennio, il giorno 4 dicembre 2004 il Supremo Consiglio Magistrale elesse alla carica di 50° Sovrano Gran Maestro S.A.R. il principe Fra Enzo Mattani di Kerak, già Principe Sovrano di Kerak e delle terre Sovrano di Moab.
Il principe Mario Paciotti di Montefabbri Amoroso d'Aragona, conosciute le decisioni del Supremo Consiglio Magistrale “cessò con atto unilaterale e definitivo” dalla potestà di Reggente riconoscendo la Sovrana autorità Gran Magistrale di S.A.R. il principe Enzo Mattani di Kerak, il quale giurò sul suo onore dinanzi al Capitolo dei Cavalieri di dedicarsi all'Ordine con la Fedeltà e l'Onore di un antico Cavaliere, e di riportarlo ai fasti del passato splendore, e soprattutto di ricondurlo con atti concreti di filiale devozione ed obbedienza nella sfera della Chiesa Cattolica Romana.
Il 12 gennaio 2005 S.E.R.ma il Signor Cardinale Alfons Maria Stickler, dietro suo gradimento, accettava di divenire “Cardinalis Patronus” del Sovrano Ordo Templi Hierosolymitani – Equites Templares, ufficializzava e rendeva pubblica la sua volontà con “Lettera Cardinalizia” inviata al principe Enzo Mattani, così come il ruolo di Gran Priore Magistrale dell’Ordine ed investito a fil di spada Nobile Cavaliere di Gran Croce O.T.H.
I Templari Assolti e riammessi dal nuovo diritto canonico di San Giovanni Paolo Il (Papa Woitylia).
Impegnata, densa di avvenimenti e di suggerimenti è stata l'opera del Cardinale Alfons Maria Stickler, il quale in modo incisivo ha compiuto il suo alto e delicato compito di guida spirituale dell'Ordo Templi, con onore, fedeltà e profondo spirito cristiano fino all'ultimo giorno della sua esistenza terrena. L'eminentissimo Cardinale non limitò la sua opera al solo compito di guida spirituale ma determinò quel riavvicinamento verso la Chiesa Cattolica Apostolica Romana che i Poveri Cavalieri di Cristo mai demeritarono per la loro assoluta fedeltà alla Cattedra di Pietro e alla Cristianità.
Oggi l'Ordo Templi Hierosolymitani – Equites Templares, dopo la scomparsa del Cardinale Alfons Maria Stickler, prosegue nella secolare fedeltà alla Chiesa di Roma sotto l'alta guida spirituale di Sua Em.za. Rev.ma il Signor Cardinale Joseph Zen Ze-Kiun, oggi Cardinalis Patronus Onorario, sostituito da Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Gerhard Ludwig Muller.
Nel 2021 ad affiancare il Sovrano Gran Maestro, ed elevato alla dignità in qualità di Vicario del Sovrano Gran Maestro è investito il Nobile Cavaliere di Gran Croce Ereditaria Fra’ Roberto Izzo, che ricopre anche il ruolo di Presidente dello “Studium Templarium”.
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